Ristrutturato edificio frutto del lascito Zerbato dall’Opera Pia S. Teresa, ospiterร 24 persone, ha dato lavoro alle maestranze locali e darร occupazione anzitutto a chi risiede sul territorio
20/05/2015 di Silvia Allegri
Un centro residenziale per malati psichiatrici con 24 posti letto, in un luogo tranquillo e silenzioso, ma allo stesso tempo ben inserito in una comunitร vivace e ricca di attivitร associative che potranno favorire lโintegrazione dei pazienti ed evitare il loro isolamento.
Mancano pochi giorni allโinaugurazione della comunitร di alloggio di Cogollo di Tregnago, ormai pronta dopo una progettazione e una ristrutturazione che hanno visto collaborare in modo fruttuoso la Fondazione Pia Opera Santa Teresa, Adoa, il Comune e la Regione.
La fondazione ha avuto origine dal lascito di un benefattore, Fermo Sisto Zerbato. Partito per la Germania da Cogollo negli anni โ20 del secolo scorso, e divenuto un importante dirigente aziendale (era direttore commerciale delle acciaierie Dalmine), decise piรน di 50 anni fa di donare i suoi beni alla comunitร , pensando inizialmente a una scuola materna o a un centro di formazione professionale per le ragazze del paese. Con il suo lascito sono stati creati un asilo, gestito dalla Fondazione Pia Opera S. Teresa, e alcuni appartamenti, che attualmente vengono affittati a persone in difficoltร economiche.
E adesso finalmente torna a vivere anche il grande immobile nel centro del paese, che negli anni โ80 ha ospitato un centro diurno per persone disabili ma che da tempo era inutilizzabile perchรฉ necessitava di una ristrutturazione; ma in quel momento mancavano i fondi necessari per avviare i lavori.
ยซPartendo dal progetto di ristrutturazione dellโimmobile รจ decollata lโidea di creare una nuova struttura medica residenziale โ spiega Luca Tomezzoli, presidente della Fondazione Pia Opera S. Teresa โ. Cosรฌ, nel 2012 รจ stata eseguita la risistemazione del tetto e, dopo un periodo di sosta dei lavori, allโinizio del 2014 i lavori sono ripresi e adesso finalmente sono stati portati a termineยป.
La nuova struttura disporrร di due moduli indipendenti da dodici posti ciascuno, sui due piani dellโedificio: gli standard regionali infatti prevedono moduli da dodici persone al massimo. E ci saranno anche ampi spazi per uffici, una piccola palestra, una sala polifunzionale, ambulatori: gli ospiti potranno cosรฌ muoversi in un luogo spazioso, sicuro e โ aspetto non trascurabile โ immerso nel verde e con una magnifica vista sulla valle.
Sono stati molti i protagonisti del rilancio di questo immobile, che diventerร importante punto di riferimento sul territorio. ยซIl recupero รจ stato fortemente voluto dallโallora assessore regionale alle Politiche sociali, Stefano Valdegamberi โ spiega Tomezzoli โ. Grazie al suo impegno la Regione nel 2008 ha stanziato 700mila euro a fondo perduto e, nel 2010, 500mila euro a rotazione: si tratta dunque, col secondo stanziamento di fondi, di una somma che verrร restituita con la gestione dell’attivitร ยป.
Il passo successivo รจ stata la richiesta, da parte della Fondazione Pia Opera S. Teresa, di una consulenza alla Diocesi scaligera, per capire meglio come gestire lโiter burocratico necessario per avviare la struttura: ยซLa Diocesi ci ha messo in contatto coi tecnici di Adoa, e abbiamo trovato nella persona dellโavvocato Tomas Chiaramonte, (segretario generale di Adoa, ndr) un aiuto fondamentale ed essenziale nel percorso, talvolta complicato per i non addetti ai lavori, che alla fine ci ha permesso di inserire la struttura nel Piano di Zonaยป.
I lavori di ristrutturazione sono stati condotti con la consulenza dellโarchitetto Antonio Canini, dirigente della Sezione edilizia ospedaliera in Regione, e dellโingegner Corrado Salfa, del Dipartimento area tecnica dellโUlss 20.ย E Regione e Ulss hanno espresso la loro soddisfazione per questo risultato: ยซSi tratta di un progetto che si puรฒ definire riuscito sotto molti punti di vista. Con 700mila euro abbiamo rimesso in piedi una struttura di 1.200 mq: unโopera che sarebbe stata economicamente piรน dispendiosa se si fosse trattato di un edificio pubblico. Qui abbiamo potuto contare sullโaiuto di molti cittadini che hanno prestato gratuitamente le loro competenze e professionalitร . Ma allo stesso tempo abbiamo anche generato parecchi posti di lavoro. Tutte le opere edilizie sono state fatte da imprese della zona selezionate in gare d’appalto: pur essendo una fondazione privata e non essendo dunque obbligati a farlo, abbiamo scelto tuttavia di aprire una gara dโappalto regolare e condurre i lavori con la massima trasparenzaยป, afferma il presidente della fondazione. Si รจ cercato inoltre di favorire gli abitanti della comunitร facendo in modo, quando possibile, che i vari tecnici fossero tutti della zona, che ha vissuto momenti di difficoltร dovuti alla crisi economica.
Lโultimo passaggio prevedeva la scelta del personale che seguirร gli ospiti. ยซDopo aver esaminato tre diverse proposte e avvalendoci della consulenza dellโavvocato Chiaramonte, abbiamo scelto la cooperativa โFarsi prossimoโ, per la sua esperienza specifica pluriennale nel settore dei disagi psichiatrici. E anche in questo caso abbiamo concordato che la precedenza per le assunzioni, a paritร di titoli, sia data ai residentiยป.
Cโรจ soddisfazione, dunque, per il risultato raggiunto: ยซI tecnici dell’Ulss che hanno visitato la struttura si sono complimentati per lโefficienza del nostro lavoro e anche per la puntualitร rispetto ai tempi prefissati inizialmente. Siamo riusciti anche a rientrare nel budget senza chiedere ulteriori stanziamenti, e questo lavoro ha coinvolto lโintera comunitร ยป, conclude Tomezzoli.
Lโinaugurazione รจ prevista per domenica 7 giugno. E il centro residenziale dovrebbe diventare operativo giร con lโinizio dellโestate.
Silvia Allegri
da Verona Fedele 20.05.2015